PADOVA, UN CANTIERE ARTISTICO NEI SECOLI. GIOTTO, DONATELLO, GIO PONTI

23-25 febbraio 2024

Guida culturale Alessandro Rovetta
Accompagna Valentina Panara

Dopo Rimini, Urbino, Mantova e Ferrara ci attende un altro straordinario centro dell’arte italiana.
Le sorti di Padova furono solo parzialmente legate a una dinastia e a una corte, quella dei Carreresi. Furono soprattutto l’università, tra le più antiche in Europa, e la basilica di Sant’Antonio, il più importante santuario francescano dopo Assisi, a richiamare, fin dal Trecento e lungo diversi secoli, protagonisti della cultura artistica e scientifica: da Dante a Petrarca, da Giotto a Donatello, fino a Galileo. La vicinanza e la competizione con Venezia ne fecero il principale centro della terraferma, una sorta di alternativa priva di complessi di inferiorità, cercando piuttosto di cogliere le avanguardie dei diversi tempi favorendole con illuminate committenze. Qui Giotto portò ai suoi vertici il rinnovamento della pittura medievale avviato ad Assisi; qui Donatello liberò tutto la sua energia creativa educata a Firenze; qui mosse i suoi primi passi Andrea Mantegna, già segnati da una straordinaria cultura antiquaria. I passaggi furono così incisivi da creare scuole che ebbero un ruolo oltre i confini cittadini, da Bologna a Milano, per stare solo sulla fortuna dei giotteschi in Italia settentrionale. Proprio lo studio universitario e il culto antoniano consentirono una continuità e un’identità secolare al centro patavino che traguarda prima il tempo di Galileo, poi la stagione ottocentesca, quando venne rinnovata la facies urbana, non solo col Caffè Pedrocchi, e il cantiere novecentesco dell’ateneo, guidato da Gio Ponti.
Una bella occasione per riconoscere ancora una volta come un centro di formazione e di devozione possono rilanciare nei diversi secoli conoscenza e bellezza.

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